23 marzo 2016

NOVE ANNI DI "LAVORATORI UNICOOP"


Il 22 marzo 2007 nasceva il blog Lavoratori Unicoop




 
Siamo infine giunti alla nona ricorrenza della nostra attività. Il lavoro sul blog si è ridotto molto. Le ragioni sono diverse, ma principalmente riconducibili al ruolo sempre più centrale dei social media, tanto da rendere l'attività del blog quasi superflua.
 
Tra l'alto il nostro account di Facebook, ora che si è trasformato in pagina, rende diverso il nostro lavoro. Sempre molti articoli postati quotidianamente che riguardano essenzialmente il mondo Coop, ma minor contributo nostro in termini di analisi e commenti. Cerchiamo di postare quello che riteniamo d'interesse collettivo per la nostra Comunità (così la definizione Facebook che abbiamo scelto, sotto il logo braccobaldesco) insomma per coloro che lavorano nelle Coop della distribuzione, ma anche nel facchinaggio, ecc. o che sono semplicemente soci, o interessati al mondo cooperativo.
 
Pensiamo che l'uso dei social sia efficace nell'informazione, poi ognuno trae le proprie conclusioni. Non abbiamo la pretesa di convincere qualcuno, tantomeno porci come soggetto sindacale attivo. Siamo nati e rimarremo uno spazio d'informazione e discussione.
 
Tuttavia non possiamo che ritenerci estremamente soddisfatti dei risultati. Abbiamo lavorato quasi quotidianamente leggendo e pubblicando migliaia di articoli, tutto gratuitamente e nel nostro tempo libero. Abbiamo dato un piccolo contributo nel comprendere meglio alcune vicende, sia in Unicoop Firenze che in altre cooperative. In particolare, per quanto riguarda Unicoop Firenze, siamo stati promotori e fiancheggiatori (termine che ha in genere un'accezione negativa, ma non in questo caso) di un movimento di riscossa sindacale che è arrivato a disarcionare Cgil dai magazzini Unicoop e ha aperto il polveroso e compromesso mondo sindacale a un'organizzazione di base, USB, che sta facendo un ottimo lavoro e che sosterremo alle ormai prossime elezioni del 7-8 aprile.

Grazie a chi ci legge, chi lascia un commento o condivide contenuti.
 
 

Lavoratori Unicoop
 
22 marzo 2016





10 gennaio 2016

PRESTITO SOCIALE, COME CAMBIANO I RENDIMENTI CON COOP ALLEANZA 3.0




Con la fusione attiva dal 1 gennaio di Coop Adriatica, Coop Nordest e Coop Estense in Coop Alleanza 3.0 ecco come sono cambiate le remunerazioni sui libretti dei soci
 
 




La nascita di Coop Alleanza 3.0, con la storica fusione delle coop del distretto adriatico, è senz'altro un evento di grande rilievo in un mondo, quello cooperativo, dove i cambiamenti sostanziali arrivano col contagocce e le carriere dei manager durano ere geologiche. Forse risalterebbe ancor di più se la tempesta che si è abbattuta sulle coop friulane travolgendo i risparmi di 20.000 soci prestatori con 130 milioni depositati, non avesse offuscato la notizia.
 
A dirla tutta tira una brutta aria su tutto ciò che è risparmio, in special modo quello raccolto da entità finanziarie (bancarie o parabancarie) di territorio, inutile ricordare le quattro banche salvate con il decreto che ha trasformato in carta straccia le obbligazioni subordinate. Ci sono degli elementi comuni tra le vicende dei risparmiatori coop friulani e quelli delle quattro banche e sono riassumibili sostanzialmente in due punti: l'eccesso di fiducia dei risparmiatori e la carenza della vigilanza. Per quanto riguarda il sistema Coop, gli interessati si leggano questo articolo e poi questo, in ordine sequenziale. Ricordiamo ad nauseam che i risparmi sui libretti Coop non sono coperti dalla tutela del Fondo Interbancario come invece i conti correnti bancari fino a 100.000 euro.
 
Dopo la doverosa premessa, torniamo sull'argomento dei rendimenti di Coop Alleanza. Le coop emiliane sono arrivate alla fusione equiparando le remunerazioni dei loro soci prestatori nel dicembre scorso. Così invece i rendimenti precedenti:

Coop Adriatica 
Rendimenti al netto della tassazione (26%) in vigore dal 1 febbraio al 1 dicembre 2015:

Da 0 a 15.000 €: 0,59%
Da 15.000,01 a 25.000 €: 1,04%
Da 25.000,01 a 36.000 €; 1,55%

Coop Consumatori Nordest
Rendimenti al netto della tassazione (26%) in vigore dal 1 aprile al 1 dicembre 2015:

Da 0 a 3.000 €: 0,15%
Da 3.000,01 a 16.000 €: 0,22%
Da 16.000,01 a 27.000 €: 0,81%
Da 27.000,01 a 36.000 € 1,55%

Coop Estense
Rendimenti al netto della tassazione (26%) in vigore dal 1 maggio al 1 dicembre 2015:

Da 0 a 9.000 €: 0,370%
Da 9.000 a 18.000 €: 0,518%
Da 18.000,01 a 27.000 €: 0,888%

Da 27.000,01 a 36.000 € 1,554%

Con la fusione in Coop Alleanza 3.0 occorreva omogeneizzare sia gli scaglioni di prestito che le remunerazioni. Ricordiamo che non tutte le coop differenziano i rendimenti a seconda di quanto si deposita. Tra le nove grandi Coop, Unicoop Firenze e Coop Centro Italia adottano una remunerazione che non varia, indipendentemente dalla somma depositata. Una riparametrazione invece adottata dalla altre coop, compresa la neonata Alleanza, che premia chi più soldi mette, in contraddizione a nostro avviso con quello spirito cooperativo a cui ci si dovrebbe ispirare. Ma tant'è. Le remunerazioni corrisposte ai soci delle tre coop emiliane da dicembre e poi replicate con Coop Alleanza 3.0 dal 1 gennaio 2016 sono le seguenti:

Da 0 a 12.000 €: 0,44%
Da 12.000,01 a 24.000 €: 0,89%
Da 24.000,01 a 36.000 € 1,48%

Tutti i tassi sono al netto delle ritenuta fiscale.




10 gennaio 2016

08 gennaio 2016

LE TRAPPOLE A MARCHIO COOP CHE VISCO FINGE DI NON VEDERE



 
 
Sono 12 miliardi i risparmi dei 1,2 milioni di soci della Coop, raccolti. In Italia ci sono 1.189 supermercati di Legacoop su cui nessuno vigila



 
Lo scaricabarile messo in scena dalle autorità pubbliche sulle celebri obbligazioni subordinate di Banca Etruria e compagnia è pronto a replicarsi su una bomba innescata che politici, magistrati e vigilanti vari fingono di non vedere: il “prestito sociale” della Coop, 12 miliardi di risparmi su cui nessuno vigila, nemmeno San Cantone. Il 31 dicembre scorso è defunta la CoopCa, che gestiva una quarantina di supermercati in Carnia. Tremila soci le avevano affidato risparmi per 27 milioni. Recupereranno una parte chissà quando. Nelle stesse condizioni 16 mila risparmiatori che a Trieste avevano depositato 102 milioni alla Coop Operaie. Notate un dettaglio: il gigante Coop Alleanza 3.0 ha promesso di coprire con un “atto di liberalità” metà delle perdite dei soci CoopCa, disinteressandosi dei fornitori e di centinaia di lavoratori rimasti per strada.
 
Strano: il prestito sociale, dice Legacoop, finanzia l’attività e quindi è per definizione un investimento a rischio, più delle stesse subordinate. Eppure la proposta di concordato preventivo che la CoopCa si è vista omologare dal tribunale di Udine prevede per i titolari del prestito sociale un rimborso superiore ai fornitori. Proprio come se si trattasse dei depositanti di una banca. Nessuno (il governo, la governatrice Debora Serracchiani, Bankitalia) fiata.
 
IL CASO COOP è, dal punto di vista delle regole, più grave di quello delle obbligazioni bancarie.
 
Nei 1.189 supermercati affiliati a Legacoop funziona una vera e propria banca, che raccoglie i risparmi di 1,2 milioni di soci. Siccome però questa banca non si chiama banca, Bankitalia non la vigila. Qui ci addentriamo nella suprema arte della supercazzola bancaria. Chi fa una banca senza l’autorizzazione della Banca d’Italia commette un reato di cui Bankitalia non si interessa. Due anni fa, a specifico quesito del Fatto, gli spin doctor del governatore Ignazio Visco offrirono questa risposta: “L’esercizio abusivo dell’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico è un reato penale il cui accertamento e la cui repressione sono affidati alla magistratura e alle forze di polizia”. Al presidente dell’Adusbef Elio Lannutti, che il 28 ottobre 2013 ha presentato un esposto, la Vigilanza ha fatto sapere di aver “assunto le iniziative reputate doverose”. In seguito Bankitalia ha rivendicato di aver interessato “l’Autorità inquirente” per due segnalazioni ricevute nel 2014. Prendete nota: Visco ha segnalato alla magistratura (senza effetto noto) due casi di banche abusive, presumibilmente Coop, ma non dice quali sono, anche se ci sono 1,2 milioni di soci Coop che, tenendoci i loro risparmi, gradirebbero saperlo e forse, Dio li perdoni, ne avrebbero diritto.
 
Anche Legacoop fa finta di niente. Il governo Renzi ha imposto per legge l’obbligo per le Coop di pubblicare il bilancio sul sito web ma Unicoop Firenze, la più grossa di tutte, ha deciso di fregarsene. Il sistema ha risposto ai crac di Trieste e Udine con modifiche omeopatiche ai regolamenti. Nell’ultimo rapporto di settore il presidente dell’Ancc-Legacoop, Stefano Bassi, parla del Bataclan ma non dei due crac a marchio Coop. Le norme Bankitalia vietano ai soggetti non bancari i “depositi a vista” (ritirabili con preavviso inferiore alle 24 ore). Le Coop hanno tolto dai loro siti la formula “depositi a vista” sostituendola con “preavviso di almeno 48 ore”. Però, dice il nuovo regolamento “foglia di fico”, “la Cooperativa, qualora ne abbia la disponibilità può, di volta in volta, rimborsare anche prima del termine suddetto”. Su questa frase la Vigilanza si è costituita l’alibi a futura memoria.
 
LA LINEA UFFICIALE è di non vedere che nei punti Coop una banca di fatto gestisce 12 miliardi di risparmi, alla luce del sole. Bastano due argomenti: ufficialmente il prestito sociale è raccolto per finanziare l’attività, eppure viene investito quasi tutto in titoli finanziari; in più è depositato in libretti sui quali il socio Coop, giunto alla cassa, può addebitare il conto della spesa. Più “a vista” di così... Il 27 novembre scorso, proprio mentre esplodeva la polemica sulle subordinate, la Banca d’Italia ha pubblicato un documento di consultazione in vista di una modifica delle norme. Vi si legge che “in considerazione delle problematiche emerse in occasione di alcuni episodi di crisi d’impresa (crac Coop Operaie Trieste e CoopCa, ndr), sono sviluppati interventi sulla raccolta presso i soci effettuata dalle cooperative con basi sociali ampie”. Spiega la Banca d’Italia: “Alle cooperative, come a tutti i soggetti diversi dalle banche, è fatto divieto di effettuare raccolta
‘rimborsabile a vista’”, però “di fatto (...) le modalità commerciali con cui tale strumento viene presentato possono ingenerare nel pubblico l’idea di una sostanziale equiparazione di questa forma di raccolta rispetto a quella effettuata dalle banche”. Uno legge e pensa: “Ecco, adesso chiamano la polizia”. Macché. Arriverà una nuova norma per definire meglio che cos’è la “raccolta a vista”, e cioè si dirà che “la raccolta è comunque a vista se il prenditore dei fondi si riserva la facoltà di rimborsare il depositante immediatamente all’atto della richiesta o comunque prima di 24 ore dal preavviso”.
 
LE COOP CAMBIERANNO qualche parola nei regolamenti, e tutti penseranno di essersi ancora una volta “parati il culo” (in Italia questo linguaggio ha, purtroppo, valore giuridico). E se dovesse fallire un’altra coop Bankitalia dirà di aver segnalato il problema “in tempi non sospetti”. La solita farsa.
 
 
6 gennaio 2016
 
Giorgio Meletti
 
il Fatto Quotidiano


15 novembre 2015

UNIPOL, FINSOE ACCELERA IL RIASSETTO

Il presidente di Coop Alleanza 3.0, Turrini
Lo scioglimento della Finanziaria dell'Economia Sociale (Finsoe) porterebbe direttamente le Coop nel capitale di Unipol

La neonata Coop Alleanza 3.0 diventerebbe primo azionista con il 21,45%

Il riassetto porterebbe ad una più proficua distribuzione dei dividendo




Laura Galvagni - Il Sole 24 Ore

Non ci sarà la fusione tra Unipol Gruppo e UnipolSai, come ha assicurato il ceo delle due società, Carlo Cimbri, ma, in compenso, ci sarà una forte semplificazione della catena di controllo a monte della holding. Da tempo Finsoe ha annunciato di volere procedere allo scioglimento e ora la cassaforte che custodisce il 31,4% di Unipol avrebbe accelerato il passo per dare nuova forma all’azionariato della compagnia assicurativa. Un nuovo assetto che porterà le Coop direttamente nel capitale della società di Bologna con la neonata Coop Alleanza 3.0 primo azionista forte di un 21,45% del capitale mentre Holmo avrà il 7,48%. Il riassetto ha ragioni che si possono ricercare nell’opportunità di sfruttare al meglio economicamente il ruolo di soci della galassia assicurativa. Basti pensare che Finsoe ha staccato ai propri azionisti una cedola di 26,5 milioni contro i 38 milioni incassati da Ugf.

Prima di tagliare il traguardo, però, sarà necessario che tutti i tasselli vengano messi al posto giusto. Il primo, quello relativo al debito, è di fatto già stato sistemato. Con l’emissione obbligazionaria della scorsa estate sono state chiuse la maggior parte delle posizioni, residuano altri 100 milioni ma Finsoe ha la capienza per archiviare anche l’ultima fetta di esposizione. Quindi, altro elemento chiave è certamente la governance. Per capirne meglio le implicazioni è necessario ricordare che diversi mesi fa Coop Alleanza 3.0 ha presentato in Consob un quesito circa possibili ricadute su Unipol legate alla maxi fusione realizzata tra Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Consumatori Nordest che ha portato la newco al 34,16% di Finsoe. In quella sede la Commissione ha stabilito che l’integrazione non avrebbe avuto alcun impatto. E questo perché la governance della holding «è ispirata a principi di massima democraticità e condivisione delle decisioni». Stante infatti lo statuto di Finsoe, nessuno degli azionisti «è in grado di esercitare un’influenza dominante». Al termine del “parere”, tuttavia, Consob aggiunge che le conclusioni a cui è giunta «prescindono da qualsivoglia considerazione relativa alle future eventuali modifiche dell’azionariato di Finsoe nonché al prospettato scioglimento della medesima». Insomma, la scissione del veicolo teoricamente potrebbe riaprire il confronto con la Commissione. Di certo, condizione chiave per Consob è che non venga rilevato alcun mutamento a livello di assetti di controllo. In ragione di ciò, cruciali potrebbero essere i contenuti del futuro patto di sindacato che legherà le Coop. Sulla carta, peraltro, i soci potrebbero arrivare a vincolare oltre il 43% del capitale. Si vedrà, la strada è ancora lunga. In ogni caso, ci si immagina che l’anima dell’accordo ricalcherà a grandi linee i principi che hanno ispirato Finsoe, come la rappresentatività in consiglio e la condivisione delle decisioni garantita da quorum specifici su delibere di carattere strategico. 

Altro aspetto attorno al quale gli osservatori si sono interrogati è il valore a cui Finsoe ha in carico le azioni Unipol. Stando ai documenti più recenti, il prezzo è di 9,95 euro, ben al di sopra di quanto quoti attualmente il gruppo: circa 4,48 euro. Il divario è abbastanza rotondo. Tuttavia, è la tesi della holding, questo gap si giustifica con il fatto che essendo la finanziaria il socio di controllo il valore incorpora un premio di maggioranza. Inoltre rispecchia quelle che sono le proiezioni del patrimonio netto e infine dei flussi di cassa futuri. Va in ogni caso detto che ogni singola cooperativa ha una valutazione diversa nei propri bilanci e più allineata a quelle che sono le indicazioni del mercato.



15 novembre 2015

Laura Galvagni

Il Sole 24 Ore



09 novembre 2015

USB VINCE CONTRO UNICOOP FIRENZE LA VERTENZA SUL 4 NOVEMBRE CHE CGIL NON VOLLE FARE

Usb vince la vertenza sul mancato pagamento della festività del 4 novembre contro Unicoop Firenze

Una brutta pagina scritta dalla cooperativa fiorentina e dai sindacati confederali


Forse per pura coincidenza o forse no, si è tenuta proprio lo scorso 4 novembre l'udienza decisiva per stabilire se Unicoop Firenze avesse indebitamente omesso di pagare la festività del 4 novembre, fin dal lontano 1991, alla gran parte dei propri dipendenti.

Il 1991 fu l'anno della sottoscrizione del CCNL di categoria che stabilì la riduzione dell'orario di lavoro da 40 a 38 ore settimanali, cosa che avvenne senza cedere in cambio la retribuzione per la festività del 4 novembre così come invece previsto nel contratto integrativo di Unicoop Firenze del 1985. L'entrata in vigore del suddetto CCNL invalidava perciò quanto stabilito nel contratto aziendale del 1985, restituendo ai lavoratori il diritto di percepire la retribuzione festiva.

Ciò non accadde e ancora ci chiediamo come possa essere sfuggito per così tanti anni alle organizzazioni sindacali firmatarie di quegli accordi, tanto più che il pagamento della fatidica festività avveniva invece per tutti i dipendenti degli ipermercati (sorti dopo il 1991), cosa che avrebbe dovuto rendere ancor più evidente il difetto di Unicoop. In realtà il problema emerse in prossimità della trattativa per il nuovo contratto integrativo aziendale (CIA) del 2013 grazie allo zelo di un delegato Filcams-Cgil. Questi ottenne un parere legale dallo studio del quale la Cgil fiorentina spesso si avvale che fu favorevole ad un'eventuale vertenza, in quanto valutò correttamente i motivi di cui sopra. Unicoop fu interpellata dai sindacati e, manco a dirlo, rispose attraverso il suo ufficio legale producendo un parere del tutto opposto. Per far valere i propri diritti non rimaneva che andare davanti ad un giudice.

Però, come sempre accade quando si tratta di Coop, la Cgil toscana preferì non intraprendere nessuna azione legale risarcitoria nei confronti dell'azienda. Anzi fece di peggio, poiché ritenne di dover risolvere la questione eliminando di fatto la retribuzione della festività novembrina a tutti i lavoratori Unicoop, anche a quelli degli Iper che ne avevano fino ad allora goduto. La decisione fu sancita all'interno dell'integrativo firmato nel gennaio del 2013 con grande soddisfazione, immaginiamo, dei vertici aziendali. (Vedi testo accordo - 3. Ulteriori trattamenti di armonizzazione - Pag. 8). D'altra parte, come citato nella sentenza del Tribunale è consentito di derogare in pejus a quanto stabilito dal contratto nazionale. Se poi sia opportuno farlo lasciamo a chi legge il giudizio.

Accade però che talvolta non tutti si arrendano alla consueta ossequiosa logica conciliante di Cgil e Co. nei confronti di Coop. Nel settembre 2013 il sindacato Usb promosse infatti la sacrosanta azione legale, forte del parere favorevole e molto articolato dello studio Conte-Martini-Ranfagni. Aderirono all'azione ben 110 lavoratori appartenenti ai magazzini, ai punti vendita e al settore amministrativo.

Ed ecco che torniamo all'inizio del nostro post. Il 4 novembre si celebra l'udienza ed il 6 novembre è emessa la sentenza  favorevole ai lavoratori ricorrenti: Unicoop Firenze è costretta a dover risarcire i 110 dipendenti per i pagamenti non effettuati nei 5-6 anni precedenti al 2013 relativi alla festività del 4 novembre! E ben gli va che le norme riguardo alla prescrizione hanno reso impossibile chiedere il rimborso per tutti i 24 anni indebitamente sottratti!

Rimane l'amarezza nel dover constatare il comportamento complice dei sindacati confederali che qui in Toscana e almeno per quanto riguarda Coop, sono alquanto negligenti nella tutela dei lavoratori. Atteggiamenti che stridono non poco con quanto sta avvenendo in questi giorni di scioperi e manifestazioni contro le richieste delle associazioni cooperative.

Auspichiamo che questa ennesima sentenza faccia riflettere i colleghi. La coerenza, la perseveranza e la buonafede possono dare soddisfazioni insperate, nonostante l'arroganza aziendale e l'ambiguità dei sindacati confederali.

In coda al post potrete trovare il link alla sentenza del tribunale. Precisiamo che essa ha valore solo per i lavoratori ricorrenti e non si estende automaticamente agli altri dipendenti. Coloro che volessero rivolgersi ad uno studio legale per perseguire il medesimo risultato potranno farlo con notevoli possibilità di riuscita grazie a questo precedente, consapevoli però di aver perso tempo prezioso.

Sentenza 4 novembre

25 ottobre 2015

COMPLOTTO CONTRO COOP LOMBARDIA DA PARTE DI ESSELUNGA. LINK AGLI ARTICOLI PRECEDENTI


Caprotti accusato di una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia

L'inquietante vicenda ricostruita tramite alcuni articoli




Nel riassumere i principali passaggi attraverso articoli pubblicati la controversa spy-story che vede coinvolta Esselunga nella figura del suo creatore, Caprotti, accusato di aver finanziato una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia, è doveroso cominciare dalle ultime vicende.

Complotto contro Coop Lombardia, le accuse del Pm a Mr. Esselunga
(L. Ferrarella - Corriere - 24/10/2015)

Nel giorno in cui il Tribunale condanna a 3 anni per calunnia ai danni di un manager di Coop Lombardia due investigatori privati (Fabio Quarta e Gianluca Migliorati) ex fornitori di Coop con la loro società «Sis», la Procura di Milano notifica al patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, un avviso di fine indagini nel quale lo ravvisa «finanziatore d’una campagna diffamatoria» contro Coop Lombardia tramite una «ricettazione»: cioè attraverso «l’acquisto di un cd rom (ceduto da Quarta e Migliorati) di telefonate illecitamente registrate sulla linea del direttore della Coop di Vigevano, al fine di consentire» al direttore e cronista di Libero, Maurizio Belpietro e Gianluigi Nuzzi, «di sfruttarle per realizzare servizi contro Coop Lombardia, concorrente commerciale di Esselunga».
 
Sarebbero coinvolti anche il direttore di Libero, Belpietro, e il cronista Nuzzi. La vicenda infatti deflagra sulle colonne del quotidiano il 14 gennaio 2010.  Il battage è tale che il fatto arriva in Parlamento. Nel frattempo Nuzzi martella dalle pagine di Libero e la procura apre un fascicolo d'inchiesta.

Successivamente però il quadro sembra mutare. Nel maggio 2011
finiscono sotto accusa Nuzzi, la gola profonda e l'ex responsabile alla sicurezza di Coop Lombardia.
 
Nell'ottobre 2011 la chiusura delle indagini. Sotto accusa l'ex responsabile alla sicurezza Coop. Nell'inchiesta finisce anche il vicepresidente di Coop Lombardia, Daniele Ferré, che in seguito sarà pienamente scagionato da ogni addebito.
 
Nel gennaio del 2012 la vicenda sembra ingigantirsi ulteriormente, coinvolgendo il Pd.
 
Nel febbraio 2012 la Procura di Milano chiede il processo per Daniele Ferre', vicepresidente della Coop Lombardia, Massimo Carnevali, ex capo della sicurezza del punto vendita di Vigevano e per Alberto Rancarani, titolare di una societa' di tecnologie investigative, finiti sotto inchiesta per la vicenda del presunto 'spionaggio' dei dipendenti Coop attraverso l'ascolto illegale delle loro telefonate. Per aver invece pubblicato ''fuori dai casi previsti dalla legge'' queste conversazioni viene chiesto il processo anche per il cronista Nuzzi e per il direttore di Libero Maurizio Belpietro.
 
Ma nell'ottobre del 2012 il vicepresidente della Coop Lombardia, Daniele Ferrè, è assolto con formula piena dal gup di Milano.
 
Si arriva pian piano alla rilettura dell'intera vicenda. Nel marzo del 2015 Caprotti è chiamato a testimoniare su 2,4 milioni pagati a due vigilantes che poi accusarono Coop Lombardia.
 
Siamo nel luglio scorso quando il quadro si ribalta. Il patron di Esselunga riceve un invito a comparire in Procura per le ipotesi di ricettazione e concorso in diffamazione del direttore affari generali di Coop Lombardia, Daniele Ferrè.
 
Il resto è cronaca d'oggi.



25 ottobre 2015


22 ottobre 2015

UNICOOP FIRENZE, ACCORDO RSU-AZIENDA SUL MAGAZZINO DI SESTO FIORENTINO



Dopo la ristrutturazione della struttura i lavoratori sono stati reintegrati nell'unità produttiva attraverso un accordo tra la Rsu-Usb dei magazzini e l'azienda.





E' grazie ad un'intesa tra Unicoop Firenze e la Rsu dei magazzini (un monocolore del sindacato Usb) che i dipendenti del magazzino di Sesto Fiorentino sono potuti rientrare nella struttura dopo che è stata ristrutturata. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Unicoop in passato ha proceduto con decisioni unilaterali, senza tenere in conto la parola dei dipendenti. In particolare nei magazzini Unicoop è ricorsa già due volte ad ordini di servizio per imporre la propria volontà. Questo accordo, come quello stipulato successivamente su passaggi a full time e internalizzazioni, apre una strada tutta nuova nelle relazioni sindacali tra Unicoop e Rsu dei magazzini. Una via dove il confronto serio e rispettoso dei ruoli oltre che possibile è anche proficuo. Per i dipendenti dei magazzini, abituati a una linea aggressiva da parte dell'azienda e alla gestione sindacale ambigua e contaminata di Filcams-Cgil e degli altri sindacati confederali, sembra un altro mondo. Nel segnalare questo piccolo ma significativo evento, non possiamo che esprimere soddisfazione per il lavoro svolto dai rappresentanti sindacali e apprezzamento per la linea dialogante e costruttiva di Unicoop, che auspichiamo prosegua.

Il magazzino di Sesto Fiorentino di proprietà di Unicoop Firenze attualmente rifornisce i punti vendita prevalentemente con prodotti e alimenti per animali ed ha una sua piccola ma interessante storia da raccontarci. La struttura, chiamata Meacci, è situata nell'area dei vecchi magazzini di Unicoop che nel 2001 furono demoliti per permettere la costruzione del centro commerciale di Sesto Fiorentino con annesso Ipercoop, recentemente ridotto a Superstore. I dipendenti furono trasferiti al Centro Distribuzione Merci di Scandicci e Unicoop utilizzò il Meacci appaltandolo alla cooperativa CFT. Nel 2007 però, per esigenze di varia natura, Unicoop riassegnò il lavoro nello storico Meacci ai dipendenti interni. Una trentina di lavoratori fu così nuovamente trasferita dai magazzini di Scandicci a quello di Sesto, alcuni dei quali tramite i famigerati ordini di servizio.

Nel febbraio scorso Unicoop rende noto che per lavori di ristrutturazione nel vetusto magazzino di Sesto (tra i quali la rimozione e lo smaltimento della copertura in Eternit), i lavoratori del Meacci sarebbero stati nuovamente trasferiti a Scandicci. La preoccupazione dei dipendenti e della Rsu dei magazzini è che alla fine dei lavori il magazzino possa nuovamente essere appaltato. Questa apprensione viene alimentata da alcune iniziali ambiguità dell'azienda che non rassicura i dipendenti sul loro rientro nella struttura a lavori ultimati. Seguono degli incontri tra Unicoop e la Rsu che portano ad una soluzione che soddisfa lavoratori e azienda. I dipendenti saranno trasferiti momentaneamente nei magazzini di Scandicci (alcuni nei punti di vendita) e rientreranno al magazzino di Sesto al termine della ristrutturazione, tranne coloro che decideranno altrimenti. Gli impegni presi sono stati mantenuti; i dipendenti sono infatti rientrati nel nuovo magazzino di Sesto Fiorentino lunedi scorso.

22 ottobre 2015